Sant’Antonio abate di Francesco di Giorgio Martini (Siena, 1439 – 1501)

La scultura proviene dal Palazzo Piccolomini Clementini di Siena ed è stata acquistata dal Monte dei Paschi nel 1989.

Antonio abate è raffigurato con gli attributi caratteristici dell'iconografia del santo monaco: il saio di colore scuro cinto in vita dal cordone, il libro delle orazioni – rilegato alla maniera dei più preziosi codici antichi –, la campanella stretta nella mano.

Il rilievo viene attribuito dalla critica alla mano del grande architetto, scultore e pittore senese Francesco di Giorgio Martini, della cui attività costituirebbe una fra le testimonianze più tarde. Con grande libertà e indipendenza mentale, Francesco di Giorgio reinterpreta, facendoli propri, i motivi e le soluzioni formali elaborati da Donatello nella prima metà del Quattrocento: alla scultura del maestro fiorentino rimanda infatti l'estrema duttilità del panneggio che simile ad una stoffa bagnata si rapprende al corpo della figura originando una serie complessa di pieghe profonde e spezzate; il modello vibrante, sensibile ai riflessi di luce, della testa del santo barbuto costituisce d'altro canto un vero e proprio omaggio all'arte di quel grande maestro, restituendo tutta la carica espressiva della figure eseguite da Donatello nel rilievo bronzeo del Convito di Erode realizzato nel 1427 per il Fonte del Battistero di Siena: l'espressione pacata ed assorta del volto del Santo e la resa accurata dei particolari – si noti la maestria con cui è reso il fluire delle lunghe e serpeggianti ciocche di barba – discostano tuttavia il Sant'Antonio Abate di Francesco di Giorgio dai toni severi e drammatici propri dei modelli donatelliani.

Da "La Sede storica della Banca Monte dei Paschi di Siena. L'architettura e la collezione delle opere d'arte", 2002

 

Terracotta policromata
54 x 32 x 30 cm
Inv. 381819, già 9998

Massimo protagonista del Rinascimento senese per la sua geniale versatilità nell'architettura, scultura, pittura, miniatura, nell'ingegneria civile e militare e nella trattatistica, Francesco di Giorgio Martini frequentò probabilmente  la bottega del Vecchietta, perfezionando in seguito la sua formazione giovanile con un viaggio a Roma compiuto forse durante il pontificato di Pio II (1458-1464).

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Chiamato per disegni architettonici e consulenze diverse in molte parti d'Italia (Cortona, Gubbio, Jesi, Ancona, Milano, Firenze, Napoli e Pavia, dove si incontra con Leonardo), Francesco di Giorgio restò comunque legatissimo a Siena, dove in qualità di architetto della Repubblica sovraintese a molti lavori e ricoprì alte cariche pubbliche.

Da "Monte dei Paschi di Siena. Collezione Chigi Saracini. La scultura: bozzetti in terracotta, piccoli marmi e altre sculture dal XIV al XX secolo"

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