La sentenza di Armando Sapori sulla data di nascita del Monte dei Paschi di Siena

​Nel 1972 grandi, e tutt’oggi ben presenti nella memoria collettiva, furono le celebrazioni per i primi cinquecento anni del Monte dei Paschi di Siena, allora Istituto di credito di Diritto pubblico. Un traguardo importante nell’intero panorama bancario, certo da non far passare sotto silenzio: pertanto, riferendosi al Monte dei Paschi di Siena si poteva parlare al tempo – e lo si può, ovviamente, ancora oggi – della più antica banca al mondo ancora in attività. In quell’occasione il Monte offrì alla comunità di studiosi, ma non solo a quella, la fedele foto-riproduzione e l’edizione degli Statuti («Ordinationi et Statuti del Monte de la Pietà») che il Consiglio Generale della Repubblica di Siena approvò il 4 marzo 1472, all’atto stesso della nascita del “primo” Monte di Pietà (altrimenti detto Monte Pio). 

Fu chiamato ad esprimersi sulla questione della data di fondazione del Monte dei Paschi il professor Armando Sapori, autorevole storico di professione specializzato in Storia dell’economia medievale, nonché senese di nascita, ma non incline a facili concessioni campanilistiche; in alcune sue note introduttive agli Statuti sopramenzionati sosteneva convintamente che dal Monte di Pietà tardo quattrocentesco (fondato, però, ben prima della scoperta delle Americhe!) «aveva avuto origine appunto il colossale istituto attuale» (p. 7); poche pagine più avanti torna sul concetto senza mezzi termini dichiarando che sul «Monte di Pietà [...] affondano le radici dell’istituto stesso [il Monte dei Paschi ndr], sviluppatosi nel corso dei secoli fino ad oggi» (p. 33). 

Di questo sviluppo secolare si sono occupati eminenti eruditi locali e storiografi: da Narciso Mengozzi ai professori Giuliano Catoni, Roberto Barzanti, Pier Francesco Asso e Sebastiano Nerozzi, autori rispettivamente di una monumentale storia del Monte in nove volumi e degli ultimi due libri “strenna” della Banca – I secoli del Monte. 1472-1929 (2012) e Il Monte nel Novecento. 1929-1995 (2014) – . 

A distanza di quasi un secolo della fondazione del Monte Pio (27 febbraio 1472) e dopo la caduta della Repubblica di Siena, nel 1568, in occasione della sua ri-fondazione, fu accentuato sempre più il carattere bancario dell’istituto. E nel 1619, riconosciuti i limiti del “secondo” Monte di Pietà, quello ri-fondato, fu avanzata istanza al Granduca per la erezione di un altro Monte, il quale assolvesse le funzioni di una vera e propria banca. Ed ecco, quindi, finalmente, la comparsa del «Monte non vacabile de’ Paschi della Città e Stato di Siena», che prese a funzionare col gennaio 1625. 

 

Lo storico dell’economia medievale Armando Sapori
(Biblioteca comunale degli Intronati di Siena, Archivio Armando Sapori)

A questo punto corre il dovere di lasciare la parola proprio ad Armando Sapori – che Siena, nel 2016, con la propria gloriosa Biblioteca comunale degli Intronati, ha ricordato a quarant’anni dalla scomparsa con una giornata di studi ed una mostra – per accennare all’annosa disputa sulla data di nascita del Monte e in qualche modo risolverla definitivamente:
«anche se volessimo ammettere una liquidazione del Monte del 1472 [...] per lo storico ha rilevanza non tanto la continuità cronologica col Monte del 1568 [...], quanto la volontà dei legislatori del Monte degli anni di Cosimo I di riallacciarsi allo Statuto originario [...]: “[...] secundum formam antiquorum et primorum capitolorum Montis predicti”. Così nella carta di nobiltà del Monte dei Paschi si trova legittimamente la data di nascita, 1472, del lontano progenitore» (p. 37).

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