Lorenzo Viani (Viareggio, 1882 - Ostia, 1936)

Donne nella produzione xilografica di Lorenzo Viani. Opere tratte dalla raccolta di Rodolfo Fini, collezione Banca Monte dei Paschi di Siena.

​Interrotti gli studi alla terza classe elementare, comincia a lavorare dal 1893 presso la bottega del barbiere Fortunato Primo Puccini, dove conosce personaggi quali Leonida Bissolati, Gabriele D’Annunzio, Andrea Costa, ma soprattutto il pittore Plinio Nomellini, che lo incoraggia ad iscriversi all’Istituto d’arte Augusto Passaglia di Lucca. Frequenta i corsi per tre anni, dal 1900 al 1903, anche grazie ad un sussidio del Comune di Viareggio. Conosce Moses Levy e Spartaco Carlini, con i quali stringe duratura amicizia. Alla Biennale di Venezia del 1901 ha l’occasione di ammirare i dipinti di Corot e a Firenze conosce Giovanni Fattori, di cui segue i corsi alla Scuola libera del nudo all’Accademia delle Arti del Disegno, dove si iscrive nel 1904. Tornato a Viareggio, si stabilisce a Torre del Lago ed espone alcune sue opere al Regio Casino. Nel 1907 è presente alla Biennale di Venezia con alcuni disegni e a settembre partecipa all’Esposizione Nazionale d’arte umoristica di Messina, ricevendo una medaglia. L’anno seguente visita a Parigi la retrospettiva di Van Gogh alla Galerie Bernheim-Jeune e nella capitale francese rimane per circa un anno, tra difficoltà economiche e psicologiche che si fanno sempre più gravi. La Biennale veneziana del 1909 rifiuta le sue opere. Nei due anni successivi è tra Viareggio e Parigi. Frequenta ambienti anarchici e collabora al giornale «Versilia», nel quale viene pubblicato il libello antimilitarista «Alla gloria della guerra!», per il quale viene incriminato. Si avvicina all’ambiente futurista di «Lacerba» e nel 1914 espone alla Secessione romana e alla Biennale di Venezia. Volontario nella prima guerra mondiale, viene congedato nel 1918. Si sposa l’anno seguente con la maestra elementare Giulia Giorgetti, che segue prima a Montecatini, poi a Giustagnana, alle pendici delle Apuane, che diventano tema delle sue opere. Nel 1922 viene premiato alla Biennale di Venezia per la Benedizione dei morti del mare. Espone alla I Mostra del Novecento (1926), alle Biennali veneziane, alla III Mostra d’Arte Marinara di Roma (1929). Artista-scrittore, pubblica Parigi (1925),  Ritorno alla patria (1929), che vince il Premio Viareggio, Il figlio del pastore (1930). Nell’autunno del 1933 viene ricoverato per gravi problemi polmonari nel sanatorio di Nozzano di Lucca, dove ritrae nei suoi disegni i malati e gli emarginati. Ristabilitosi, realizza due tele per la stazione di Viareggio (1935), espone al Lyceum di Firenze e alla II Quadriennale romana. Nell’ultimo anno della sua vita è nuovamente alla Biennale di Venezia e al Kursaal di Viareggio, ottenendo anche la commissione per una serie di pitture murali al Collegio IV Novembre per gli Orfani del Mare a Castel Fusano di Ostia. Colpito da un violento attacco d’asma, muore a soli cinquantaquattro anni, stroncato da un attacco cardiaco. 

Il vicinato (1910  –  1915), 21,5 x 27,5 cm

Quarta xilografia del fascicolo “Il martirio”, 1915.
Tiratura originale del fascicolo 100 esemplari non numerati, alcuni firmati a penna o a matita.

Uno degli esemplari del fascicolo si trova presso il Gabinetto Stampe degli Uffizi.
Molte ristampe.

La donna e i fiori (1910  –  1915), 15 x 20,8 cm

Tiratura originale 20-25 esemplari non numerati, alcuni firmati a matita.
Esposta Mostra Viani, Milano 1915, Cat. 555.

Poche ristampe.

La famiglia (1910  –  1915), 21 x 20,5 cm

Tiratura originale 20-25 esemplari non numerati.
La xilografia è inclusa nella Cartella incisioni di Viani, presso il Gabinetto Stampe degli Uffizi.
Numero d’archivio 92609 N A. Reca il titolo e la firma di Viani, a matita.
Esposta Mostra Viani, Milano 1915, Cat. 568. Pubblicata sulla rivista “L’Eroica”, 1915.
Molte ristampe.

Madre operaia (1910 – 1915), 12 x 19 cm

Tiratura originale 20-25 esemplari non numerati, alcuni firmati a matita.
Pubblicata sul settimanale “Versilia”, 1915.
Tiratura del giornale 1.000 copie.
Scarse ristampe.

La madre (1910  –  1915), 21 x 28 cm

Nona xilografia del fascicolo “Il martirio”, 1915.
Stampata in rosso, a cura dell’Autore, per il Catalogo della Mostra Viani a Kursaal di Viareggio, anno 1925, 50 copie.

L’Eroica (1910 – 1915), 18,8 x 27 cm

La xilografia è stampata sulla copertina di un fascicolo speciale della rivista “l’Eroica”, agosto 1914.
Tiratura della rivista 1.000 copie.
Non ristampata.

Mia madre (1910  –  1915), 16,2 x 22 cm

Tiratura originale 20-25 esemplari non numerati.
La xilografia è inclusa nella Cartella incisioni di Viani, presso il Gabinetto Stampe degli Uffizi.
Numero d’archivio 92607 N A. Reca il titolo e la firma di Viani, a matita.
Esposta Mostra Viani, Milano 1915, Cat. 595. Pubblicata sulla rivista “L’Eroica”, 1915.
Pubblicata sulla rivista “I vageri”, 1953.
Molte ristampe.

Preoccupazioni (1910  –  1915), 21,5 x 18 cm

Tiratura originale 20-25 esemplari non numerati né firmati.
Esposta Mostra Viani, Milano 1915, Cat. 603.
Poche ristampe.

Venditrici di gallonzole (1910  –  1915), 25 x 29,3 cm

Tiratura originale 20-25 esemplari non numerati né firmati.
Pubblicata su “Arte moderna” di F. Bellonzi, 1963.
Frequenti ristampe.

 

La Collezione di 240 xilografie di Lorenzo Viani
donate da Rodolfo Fini alla Banca Monte dei Paschi di Siena.

L’attività incisoria dell’artista può essere indicativamente suddivisa secondo il seguente criterio cronologico:
I° periodo:  1910 – 1915
II° periodo:  1916 – 1921
III° periodo:  1922 – 1928

«Le vecchie donne dei pescatori aspettano da tante ore sui poggi aspri di pagliole recitando il rosario: nere, sul fondo del mare cinereo, sembrano vecchie polene spalmate di pece, relitti di un grande naufragio. Le darsene lontane, squallide come selve brucate nel fogliame, sono folte di alberi su cui si incrociano i pennoni in segno di duolo; sui carabotti, guardinghi come vecchi mastini, sono rimasti soltanto i guardiani intabarrati nei ruvidi cappotti incatramati».
(Lorenzo Viani, La benedizione dei morti del mare in Il nano e la statua nera)

“Lorenzo Viani appartiene a quella categoria di artisti a cui è dato il diritto di sconfinare oltre i limiti dell’arte pittorica e di tentare tutte le ipotesi”
Carlo Carrà, 1936

Viani fu incisore d’istinto. Nessun maestro lo indirizzò su quella strada. Eppure le sue tavole, una per una, sono autentici capolavori di incisione moderna […].
Viani era un artista popolaresco e populista. Il legno si prestava, forse meglio della tela, alla cruda aridità delle sue immagini, e si confaceva più della pittura alla veemenza del suo temperamento. È certo che l’affondarvi le lame gli consentiva di scaricare anche materialmente il potenziale drammatico che lo bruciava nel dar vita alle sue figure dolenti. <<Disegnavo – racconta – quelle scabre ed estreme figure di lavoratori e di plebe da cui trassi origine e che amai e amo con la devozione di un figlio>>. Era in questo amore, il segreto della sua arte. Anche nella xilografia volle ritrarre il suo mondo senza sorriso, popolato da derelitti che non legavano il desinare con la cena, da marinai che non sarebbero più ritornati, e da donne tristi che li attendevano invano, genuflesse sulla riva di quel mare che dava loro la vita e la morte. I benpensanti e gli accademici, com’eran rimasti scioccati dagli “orrori” della sua pittura, così gridarono allo scandalo anche per la sua xilografia.

[…] vederlo lavorare di sgorbia era uno spettacolo. Quei pochi che ne hanno avuto la fortuna (solitamente non ammetteva spettatori) raccontano di geroglifici confusi e di intagli che parevano mancare di ogni logica descrittiva. Poi, alla prima stampa, tutto appariva chiaro come d’incanto.

Brani tratti dal saggio Alla scoperta di un artista di Rodolfo Fini, contenuto nel volume Lorenzo Viani xilografo, 1975

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