Descrizione

​Il dipinto raffigurante “Santa Lucia” faceva parte di un cataletto commissionato a Domenico Beccafumi nel 1521 dalla Compagnia senese dei Santi Niccolò e Lucia. I cataletti erano dei veri e propri letti funebri con i quali si trasportavano le salme dei defunti dalla chiesa fino al cimitero: a Siena e nel suo territorio incontrò larga fortuna l’impiego di cataletti dipinti, recanti alle estremità due tavole con raffigurazioni di carattere sacro. Il cataletto della Compagnia dei Santi Niccolò e Lucia rimase in uso fino al 1624, anno in cui venne donato dalla stessa Compagnia a Ferdinando II Granduca di Toscana: da quel momento si perdono le tracce delle singole testate di cui una soltanto, quella raffigurante “Santa Lucia”, testimonia ancora oggi l’altissima qualità esecutiva che doveva caratterizzare l’oggetto. La giovane Santa viene presentata alla devozione del fedele con gli attributi che ne hanno caratterizzata l’iconografia attraverso i secoli: Lucia tiene nella mano destra un pugnale, strumento del martirio, e sorregge con la sinistra una piccola alzata su cui sono deposti due occhi, simboli che rimandano al martirio cui Lucia venne sottoposta. Opera di uno dei maggiori interpreti del Rinascimento e della Maniera italiana, la Santa Lucia permette di cogliere lo svolgersi di quella fase del percorso artistico di Domenico Beccafumi che segna il passaggio dalla più antica formazione avvenuta sugli esempi di Raffaello verso l’acquisizione di un linguaggio nuovo, volto alla libera e fantastica interpretazione dei canoni figurativi del Rinascimento, proprio della maturità dell’artista. Alla posa aggraziata, classicamente bilanciata dall’armonico contrapporsi delle membra del corpo, si affianca il trattamento del colore che, simile a materia liquida, sfalda le forme e accende la composizione  di note squillanti e di bagliori di luce.