Descrizione
Insieme al bastone e alla campanella, attributi dell’iconografia del Santo, Antonio Abate tiene nella mano sinistra il circulum precatorium, oggetto che per la forma e la funzione può essere assimilato al rosario di epoca moderna. Come lascia intendere la struttura del supporto ligneo, la tavola costituiva in origine il pannello laterale destro di un polittico a più scomparti: nello spessore sinistro del dipinto sono infatti le tracce dei fori in cui erano inseriti i pioli che servivano da elementi di raccordo fra i singoli pannelli del complesso pittorico. In considerazione della particolarità dei caratteri stilistici, il dipinto è stato a lungo ritenuto dalla critica come uno dei pannelli del Polittico dell’Arte della Lana, capolavoro realizzato dal Sassetta intorno al 1426 e visibile ancora nel XVIII secolo nella Cappella dell’Arte della Lana annessa alla antica chiesa senese di San Pellegrino alla Sapienza: secondo l’accurata descrizione datane nel Settecento dall’abate Gian Girolamo Carli, del polittico — successivamente smembrato e in parte disperso — faceva parte una tavola raffigurante Sant’Antonio Abate. Negli ultimi anni tale ha perso consistenza dal momento in cui si è individuato, quale sicuro pendant del Sant’Antonio, una tavola del tutto analoga nel formato e nella decorazione a punzoni dell’aureola del Santo, raffigurante San Nicola di Bari acquistata nel 1981 dal Museo del Louvre di Parigi.Il dipinto, nello spirito che è proprio dell’arte del pittore, è intessuto da una fitta trama di suggestioni spaziali: al chiaroscuro morbido e soffuso, che costruisce il volume tornito della figura, fa riscontro lo scorcio sapiente del rosario e dell’impugnatura del bastone del santo che, a loro volta, indicano le direttrici entro cui viene a svilupparsi lo spazio della composizione.
