Descrizione
La piccola tavola, dipinta con tecnica veloce, è in relazione con la monumentale Deposizione eseguita da Giovambattista Naldini, fra il 1575 e il 1584, per la Cappella di Lodovico da Verrazzano in Santa Croce. Di questa , il Borghini, aveva lodato la composizione ”molte copiose di figure e vaghissima di colorito” , quantità riscontrabile anche nel nostro dipinto che, dimostrando inoltre una fedeltà quasi assoluta di particolari e probanti coincidenze cromatiche, potrebbe essere ritenuto uno studio preliminare della tavola di Santa Croce o comunque una versione ridotta dipinta nella bottega a stretto contatto del maestro. Il Naldini aveva ricevuto la commissione dell’opera poco prima del suo viaggio a Roma e l’aveva compiuta in un arco di anni vivificato dallo studio di Sebastiano del Piombo e dei pittori “riformati”, che non poco contribuirono a diluire la calligrafica fissità di certi lavori precedenti e a far abbandonare definitivamente all’artista l’ormai logora devozione allo stile di Andrea del Sarto. Questa tavoletta rispecchia in effetti l’adozione da parte del Naldini di una più disinvolta gradazione di piani, ottenuta col mediare, tramite colori e sfumato, l’avvicendarsi concatenato di protagonisti e comprimari, col risultato di un drammatico lievitare della forma, ora poderosa nella definizione plastica della luce, ora addolcita nell’avvolgersi policromo dei panni (CFR P. Barocchi, Itinerario di Giovambattista Naldini, In Arte antica e moderna”, 31-32,1965,pp263-264).(Scheda tratta da “Invito a Palazzo Portinari Salviati” a cura di Carlo Sisi. Ed. Centro Di)