Descrizione
Le due tavole, acquistate dal Monte dei Paschi nel 1985, costituivano le cuspidi di un polittico che Andrea di Bartolo realizzò per il Duomo di Tuscania verso la fine del terzo decennio del Quattrocento. La genericità degli attributi che accompagnano le due figure rende difficile l’identificazione dei santi personaggi i quali, penna e calamaio alla mano, dovevano certamente raffigurare due dei quattro Evangelisti intenti alla scrittura dei testi evangelici: gli ampi mantelli che ne avvolgono i corpi rappresentano del resto quel particolare tipo di abbigliamento, privo di qualunque connotazione storica, codificato dalla tradizione iconografica in merito alla rappresentazione dei personaggi biblici. L’intensa concentrazione delle espressioni, propria delle persone impegnate nello sforzo della elaborazione mentale, viene come sottolineata dal fitto reticolo di rughe che percorre i volti dei due personaggi, la cui veneranda età sembra tuttavia contraddetta dal robusto plasticismo dei corpi che lievitano sotto le pieghe degli abbondanti panneggi: questa particolare interpretazione della natura fisica dei tipi umani rimanda direttamente ai modi pittorici di Taddeo di Bartolo, cui Andrea mostrerà di accostarsi nel periodo più tardo della sua carriera. Tipici della pittura di Andrea di Bartolo sono gli impasti densi e le tonalità accese del colore che animano le vesti delle figure cui si accompagna, nelle fisionomie dei santi apostoli, il gusto per la minuzia e per il particolare calligrafico.