Descrizione
Le vicende bibliche della casta Susanna, moglie di un facoltoso ebreo al tempo dell’esilio in terra di Babilonia, vengono trattate dal pittore alla stregua di vivaci bozzetti che costellano di accese note di colore l’ambientazione rinascimentale della composizione, dalle grandiose architetture dei primi piani fino alle vedute cittadine e paesaggistiche degli sfondi dove, entro un bellissimo giardino all’italiana, hanno inizio le vicende dell’eroina Susanna; qui, appena accennata dai rapidi colpi di pennello, si intravede la figurina nuda di Susanna, osservata durante il bagno, che usava prendere in solitudine, da due vecchi ebrei lussuriosi; la narrazione si sposta quindi verso il primo piano dove la giovane, ingiustamente accusata di adulterio, viene trattenuta da due soldati: contemporaneamente si svolge lì accanto il riconoscimento dei veri colpevoli che, trascinati sulla pubblica piazza (a destra), vengono lapidati così come previsto dalle legge ebraica. A partire dal Rinascimento le storie della casta Susanna divennero il simbolo delle virtù e della fedeltà coniugale che si addicevano alle giovani spose: non sarebbe pertanto errato ipotizzare per il dipinto una committenza privata, forse legata alla celebrazione di un matrimonio all’interno di alcune fra le più ricche famiglie senesi intorno alla scadere del Cinquecento.