Descrizione estesa
Il dipinto offre all’attenzione del moderno spettatore una fra le tipologie iconografiche che a partire dagli inizi del Cinquecento incontrarono maggiormente il favore e il gusto della committenza senese: all’intimità del soggetto, legata alla rappresentazione della Sacra Famiglia con San Giovannino, si univa infatti un’esplicita componente devozionale determinata dalla presenza di alcuni fra i più venerati Santi protettori della città di Siena. Seduta su un gradino marmoreo posto al centro della composizione, la Vergine tiene sulle proprie ginocchia il corpo tenero e paffuto del piccolo Gesù che, la mano destra protesa in atto benedicente, abbassa lo sguardo alla volta del San Giovannino inginocchiato ai piedi della Madonna; seminascosto dall’ombra e dalla figura della Vergine, San Giuseppe assiste incuriosito alla scena cui partecipa, sul lato opposto, Santa Caterina da Siena, la testa velata di bianco e il candido giglio posato per terra. Rispetto alle tonalità cromatiche e ai colori cangianti, caratteristici delle opere giovanili di Alessandro Casolani, il dipinto appare impostato da un diverso e più meditato controllo dei mezzi espressivi. L’equilibrio delle forme e l’abbassamento della gamma cromatica indicano infatti l’allontanamento del pittore dai modi di Francesco Vanni e di Ventura Salimbeni, artisti presso i quali si era compiuta la sua formazione giovanile. L’intonazione cordiale che traspare dalle espressioni attente e concentrate dei Santi Giuseppe e Caterina da Siena sembra inoltre indicare l’interesse del pittore per certo espressionismo caratteristico delle manifestazioni artistiche dei paesi dell’Europa del Nord: a partire dalla fine del Quattrocento esempi di arte nordica erano infatti ben visibili in Italia, grazie soprattutto all’ampia diffusione di stampe ed incisioni realizzate da alcuni fra i maggiori rappresentanti della cultura artistica d’oltralpe.