Descrizione
L'opera venne realizzata dal senese Francesco Rustici intorno al 1625. Il gioco sapiente di luci e di ombre, al quale si uniscono i toni caldi ed avvolgenti della materia pittorica, rivelano una diretta ispirazione ai modi di Gerrit van Honthorst, seguace olandese del naturalismo caravaggesco. Quello del Rustici, tuttavia, è un naturalismo decisamente addolcito, come traspare dalle espressioni cordiali e dai gesti pacati dei personaggi: alzando la mano sinistra, il giovane San Michele mostra alla Vergine Maria i piatti dorati di una bilancia sulla quale Gesù soppesa le animule evanescenti del Giusto e del Reprobo, vegliato dallo sguardo attento di San Giovannino. L'intonazione languida della scena, di chiara tradizione senese, è animata da una verità degli affetti che accosta i modi del Rustici alla lezione dei bolognesi Domenichino e Guido Reni.